domenica 30 novembre 2008

(ca)gare di mattina

dio fuck



l'altro giorno l'ho digitato durante una chiacchierata cibernetica con il mio celebre compagno di turpiloquio in diretta dalla capitale della fro(n)cia, tziovani. appena detta mi è piaciuta moltissimo; dopo averla fatta decantare 2 o 3 secondi mi è rimasto in bocca un sapore di adolescenza che non si addice certo alla mia pingue e pelosa persona.



a proposito di merda. penserete voi "ma come a proposito di merda, mica stavamo parlando di merda". ed effettivamente non avevo ancora menzionato i magici tronchetti marroni, ma siccome la biblioteca sta per chiudere non ho tempo per pensare ad un modo per introdurre ciò di cui voglio parlare, cioè le cagate mattutine. in questi ultimi 3 mesi, ho sviluppato una nuova modalità cagativa. di solito mi limitavo ad alzarmi e cagare, ma da qualche tempo a questa parte la musica è cambiata. non so perché, se dipenda dallo stress, dal cibo o dal cancro al retto che mi verrà perché cago troppo spesso, ma ora la merda alla mattina viene fuori come i mutui: a rate. la mossa "mi alzo dal letto e appoggio il culo alla ciambella per staccare un paio di immigrati clandestini dell'africa subsahariana" non funziona più. con grande sgomento e preoccupazione, ho notato i primi tempi che, dopo essermi seduto sul cesso, il trenino aromatizzato alla merda non ne voleva sapere di uscire dal tunnel. alché ho cominciato ad effetturare delle passeggiate alla mattina, per facilitare la fuoriuscita. mi alzo e cammino per la casa: entro in cucina, dove la mia amata coinquilina ha lasciato la finestra aperta causando un'abbassamento della temperatura a gradi 5, bevo un po' d'acqua ed esco, torno in camera e metto i libri nello zaino (mitico invicta comprato fra la quinta elementare e la prima media, ancora sommariamente intatto. invicta jolly per la precisione, azzurro e blu). poi finalmente la mia migliore amica mi da una mano: la forza di gravità compie il suo dovere e spinge verso il nucleo di metallo fuso magnetico che costituisce il centro del nostro amato pianeta, ciò che deve per natura tornare a nutrire la fertile terra. mi siedo sul cesso e sgancio la prima rata. generalmente tuttavia sono costretto ad una seconda passeggiata per poter purificare l'ultimo tratto del mio intestino da tutta quella cioccolata andata a male, quindi mi rialzo e vado in cucina a sgranocchiare qualche biscotto. infine, completo i compiti che madre natura mia assegna tutti i giorni e saluto tristemente un pezzo di me che scompare nei flutti dello sciacquone.

dedicato ad un amico marrone sganciato troppo presto