venerdì 27 aprile 2007

aggiunta delle 3.03

fuori un tipo sbruma a getto. fa dei rumori sinistri. prima il "uoargh" poi il rumore dell'acqua gettata da un secchio. poi di nuovo uoargh e poi di nuovo l'acqua del secchio. mi ritorn'inmente

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yo niggaz. ninete di nuovo sul fronte centro settentrionale. voglio diventare un vero acher. prima però dovrei farmi una vera doccia. chissà se i veri acher si fanno vere doccie. doccia. quando pronuncio questa parola mi torna spesso alla memoria un ricordo. avevo cinque anni ed eravamo a loutraki, io, la mamma, la jo e la livia. loro avevano 10 anni, io 5. mia madre non aveva 10 anni ovviamente, ne aveva già 48. comunque mia sorella e mia cugina dovevano occuparsi di tenermi d'occhio. io avevo la maschera (rigorosamente anni ottanta), i braccioli e delle pinnine arancioni fatte come i piedi delle paperelle. inutile dire che le due fanciulle non mi tennero d'occhio, o io non mi feci tenere d'occhio e me ne andai a sguazzare allegramente qualche centinaio di metri più in là. stancatomi di guardare i pesci sul fondo sassoso, tirai su la testa e mi accorsi con sgomento di non sapere più dove fosse la mamma. la mia conoscenza del greco era ancora ridicola, e comunque in un momento di tale gravità non avrei mai avuto la lucidità di comporre una frase sensata. o forse era perchè avevo 5 anni. scoppiai a piangere. una signora credo giovane, con degli occhiali oscenamente anni ottanta, montatura nera gigantesca, costume nero, mi venne incontro chiedendomi dove era la mia mamma. io risposi che era vicino alla doccia. a dire il vero non ricordo di averle detto "è vicino alla doccia" ma ho stampata nel cervello la sua faccia di cazzo con gli occhiali anni ottanta che mi guarda senza capire e ripete "docha?". sì, doccia faccia di cazzo, doccia. bisogna anche specificare, a dire il vero, che sulla spiaggia c'erano tipo doccie ogni 20 metri, quindi comunque come indicazione sarebbe stata un po' troppo vaga. non so quanto ho vagato piangendo in cerca della mamma. in fin dei conti eravamo in grecia, era impossibile che non ci fosse almeno un gruppo di italiani ogni 35 metri. e così venni raccattato da un gruppo di giovini. non so quanti anni avessero, se mi sforzo potrei dire 30, ma essendo la fine degli anni ottanta sarebbero potuti essere dei 20duenni. fatto sta che mi presero con loro, mi asciugarono con un'asciugamanone, mi diedero una gomma da masticare di quele piatte stile bruclin e partirono alla ricerca della mamma che "stava vicino alla doccia" e "aveva il costume blu". queste le mie precise indicazioni. dopo qualche tempo la mamma comparve come il messia nel suo costume blu (non vorrei dire stronzate ma penso che lo abbia ancora adesso). credo che si incazzò con mia sorella e la livia per avermi perso di vista, ma credo che in realtà sia stata piuttsto colpa mia. i ricordi sono come fotografie, non so quanto effettivamente la vicenda sia durata, nei miei ricordi è durata come un video al rallentatore. nella realtà suppongo che la cosa si sia risolta in 10-15 minuti massimo. ad ogni modo, da quella volta, quando dico doccia, mi ricompare viiolento il fermo immagine sulla faccia della greca che dice "docha". doccia, sì. doccia

venerdì 6 aprile 2007

o la va(gina) o la spacca

oggi internet ha deciso di andare lento. non ho capito per quale motivo ma la cosa mi irrita. avevo veramente voglia di scrivere qualcosa ma non più. o senonaltro non so piu cosa scrivere. prima stavo perdendo tempo su iutub a guardare video di canzoni chemi ricordavano la mia giuventu spensierata in quell'angolo di pace e tranquillita immerso nella natura del nordest che è trieste. era il mio momento di malinconia settimanale. mi era venuto lo stimolo per il post nostalgico, ma siccome il tema malinconico-nostalgico ha caratterizzato gli ultimi 5 post (e considerando che ho scrutto 5 volte da quando sono qui a colonia) pensavo che sarebbe diventato un po' troppo ripetitivo. non vi ho ancora deliziato con nessuna biastima, ma se non mi carica la posta in tempo utile a dio fischieranno le orecchie tanto forte da esplodergli e imbrattare di sangue tutta la casa di nuvole soffici come la panna montata dove abita. con magari qualche pezzo di cervello incastrato nella barba non piu candida ma giallina, unta del pollo arrosto che si e mangiato a cena. squillino le trombe dei serafini dunque. chissa poi come si chiamano gli angeli con le trombe, sono ancora troppo ignorante in fatto di angeli e trombe. mi sto drogando di quel video in cui si congela la birra all'istante. domani mi compro una corona e lo faccio anch'io. ecco. ve conescion es taimed aut. parte il dies irae. o anche die sire, che non vuol dire un cazzo ma fa molto piu effetto. avete presente il dies irae di verdi? se non l'avete presente male. adesso me lo riascolto. e voi riascoltatevelo qua. comunque i primi15 secondi sono impagabili. quello di mozart invece e un po' piu moscino. comunque era proprio con un mio caro amico che si discuteva che senza dubbio la musica classica e metal. ascoltatevi un beethoven a caso e sono sicuro che se siete dei veri intenditori sentirete una rabbia più metal del gruppo più trash metal che abbiate mai sentito. l'altra sera discutevo con un mio amico dell'indifferenza della gente come male originale di tutti i problemi del mondo. che poi sostanzialmente si era ridotto all'ignoranza come male supremo. per quanto fossero discussione su argomenti triti e ritriti, perché non l'ho certo inventato io che l'ingoranza è il male più grande dell'umanità, sono sempre più convinto che l'amato socrate avesse ragione *momento di riflessione socio fiosofica* c'è poco da fare ma è proprio vero che il dialogo è il modo più immediato e efficacie per sviluppare l'idea, più dello scritto *fine momento riflessione filosofica*

mi chiedo che idea possa avere di me un lettore casuale. mi chiedo che idea ho io della gente che scrive e che non conosco. se ciò che scrive mi piace, tendenzialmente non riesco nemmeno ad immaginarmi una sagoma. se quel che leggo mi fa cagare è più facile che lo associ alla faccia di culo di qualcuno che a)mi sta sul cazzo b)mi sta indifferente c)mi sta indifferente ed è unto. l'untezza dell'indifferenza mi schifa più di ogni altra cosa. se non altro non dovrebbe avere difficoltà a capire che sono un maschio. nel frattempo in televisione, su arte che è davvero un bel canale, passano un film di bolliwood, nuovo sembra, ma che sul piano del trash dà tonnellate di merda a shaolin soccer. per i savi che sanno di cosa si tratti shaolin soccer non serviranno altre spiegazioni anche perché potranno solo rimanere basiti nel venire a sapere che esiste qualcosa più trash di shaolin soccer. per i blasfemi che non hanno voluto vedere un film con dei cinesi doppiati da calciatori di serie A analfabeti fra cui del vecchio e mihajvolic, che sembra un esule istriano, fate conto una versione indiana dei power rangers scenicamente più interessante e ricca ma con combattimenti peggiori. il chè di per sè è IMPOSSIBILE. conchiudo qui perché esco