lunedì 4 dicembre 2006

il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?
il bicchiere è pieno di merda.
ritorno dopo settimane, come al solito nell'ultimo anno. però sono state settimane in cui più volte ho desiderato scrivere ma non l'ho fatto. la vita prosegue, non piatta, ma prosegue tranquilla. mi sento a casa oramai. camera mia è un cesso, come tutte le mie camere in tutte le case dove abbia mai abitato, ma vabene. sono reduce da una giornata oziosa davanti al computer, alla ricerca di qualcosa che potesse stuzzicare il mio interesse. non ho trovato granchè. cioè, di roba se ne può trovare davvero a pacchi (cercate richard benson o pino scotto su youtube e divertitevi) ma roba che veramente trascini l'interesse, il vero interesse, non la passione/pulsione che ci attira verso tutto ciò che è osceno e inguardabile, la vera roba interessante non l'ho trovata. a parte aver effecinquato trenta o 40 volte la homepage di repubblica, per leggere sempre le stesse notizie di berlusconi che fa il bulletto col cappellino e quel giullare di scramella che pare abbia in corpo una dose di polonio 5 volte superiore a quella mortale. ?!?!?!? come fai ad essere ancora vivo? magari è vero che sta morendo e di certo non sono felice, anzi mi spiace, però è vero che se si da un occhiata ai suoi precedenti in fatto di balle mi viene in mente quel mio lontano compagno di classe che era sempre "di più". in tutto. consegnava le provette, le versioni, i compiti sempre prima. se avevi un parente morto per qualche malattia brutta, lui ne aveva di certo uno morto per una malattia ancora più brutta e rara, o magari per una compliescion di malattie diverse. e ogni giorno più o meno se ne aggiungeva un'altra. non di malattie, di storie. non so, forse sono io lo stronzo e lui ci ha sempre raccontato la verità, ma se non era la verità, non si sentiva coglione a raccontarci tutte quelle stronzate? voglio dire, anch'io da piccolo sparavo stronzate, clamorose, quelle cose tipo "ho attaccato due miniciccioli ad un aereoplanino, li ho accesi e l'aereoplanino ha volato lontanissimo" (balle che mi inventavo sempre per cercare di constrastare le balle che mi venivano raccontate, perchè sennò mi sentivo uno sfigato). questo però fino ai 9, massimo dieci anni. il meccanismo era strano, non me lo so spiegare ancora. io lo sapevo che erano stronzate, però se non ne raccontavo una anch'io, allora mi sentivo uno sfigato, perchè significava che io no avevo mai fatto/assistito/preso parte/creato qualcosa di simile alla stronzata che mi era stata raccontata (spesso in modo raffazzonato e poco credibile) dal compagno di turno. un po' come non riesco a capire come potessi pensare (dovevo avere 5 o sei anni) che, se rompevo un giocattolo e lo rimettevo in mezzo ai giochi come se niente fosse, perchè avrebbero dovuto pensare che fossi stato io a rompere quel gioco, anche se eravamo solamente in due a giocare in casa? chiaramente l' "avrebbero dovuto pensare" è un plurale majestatis riferito a mia sorella, mentre il "gioco" era neronda, la ladylovely preferita di mia sorella (con i capelli corvini) alla quale io avevo involontariamente staccato la testa, salvo poi riinfilargliela sul collo come se niente fosse, ottenendo quel bell' effetto spalle-cranio-without-collo (inutile ricordare che mia sorella mi picchiò come solo lei sapeva fare, quando scoprì il misfatto).
i miei periodi sono decisamente troppo lunghi. sì, anche quelli mestruali.